Patmos
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La fama di questa piccolissima isola, solo 34 km2, è legata alla presenza del Monastero di San Giovanni Evangelista, che ai tempi dell’Imperatore Domiziano vi si rifugiò in esilio e scrisse “Il Libro dell’ Apocalisse”.
Un luogo da non mancare a Patmos è la Grotta della Rivelazione dove appunto visse il Santo nel suo esilio.
La cittadina più grande sull’isola è Chora, caratterizzata da bei palazzi nobiliari e villette molto curate che fanno di questo piccolo borgo un vero e proprio gioiello!
La vita notturna è un po’ più movimentata a Skala, dove tra l’altro sono concentrati la maggior parte dei piccoli alberghi e degli studios in affitto, mentre più defilati dal borgo si trovano alcuni resort molto eleganti.
La spiaggia più bella è quella di Psili Ammos, situata molto a sud e raggiungibile in barca da Skala o con una passeggiata di una mezzoretta partendo da Diakofti.
Sempre nella costa meridionale si trovano altre belle spiaggie come quella di Petra, con ciottoli rosati, e quella di Plaki con sabbia mista a ghiaia.
Nella parte a nord si trovano le spiagge di Kambi, Vaghia e la spiaggia di Lambi famosa per i suoi ciottoli multicolorati.
How to get there
Skala è il porto principale, al quale attraccano tutti i traghetti, sia dal Pireo che da Rodi o da Kos. Tutti i traghetti arrivano sull’isola dopo le undici di sera.
I collegamenti interni sono ottimi tra Skala, la Grotta dell’Apocalisse e Hora città; per le altre località è meglio informarsi in anticipo, o noleggiare un’auto o un motorino.
History
L’isola, oltre ad una storia importantissima, è legata ad un’affascinante mitologia. Infatti, secondo la leggenda, l’isola di Patmos apparteneva alla dea Artemide, dea delle giovani donne e della caccia. Le era stata donata dal padre Zeus. Nello stesso luogo nel quale sorgeva il tempio nel quale si adorava la dea Artemide nell’antichità, è stato costruito il Monastero di San Giovanni.
San Giovanni arrivò dell’isola perchè essa veniva usata dai Romani come luogo di esilio: egli stesso fu infatti confinato perchè praticava la religione cristiana, allora fuori legge. Solo nel 1088 l’isola, dopo essere stata al ungo abbandonata, fu donata al monaco Christodoulos, che cominciò a progettare il monastero.